Nell’ambito delle patologie cardiovascolari, la fibrillazione atriale (spesso abbreviata in FA o AFib) è il disturbo del ritmo cardiaco più diffuso e interessa milioni di persone in tutto il mondo, con una prevalenza destinata ad aumentare nei prossimi anni.[1]
Tra le varie forme di aritmia, la FA si verifica quando le camere superiori e inferiori del cuore non lavorano in modo sincronizzato, causando un battito irregolare. Il sistema elettrico del cuore controlla il ritmo delle contrazioni e la circolazione del sangue, ma quando il battito è irregolare, il flusso sanguigno può risultare compromesso. Ciò aumenta il rischio di formazione di coaguli che possono causare ictus o insufficienza cardiaca.
I sintomi della FA possono variare: alcune persone non manifestano alcun sintomo, mentre altre possono avvertire stanchezza, affanno, palpitazioni, dolore o fastidio al petto, vertigini o senso di instabilità. Questi sintomi possono manifestarsi in brevi episodi o diventare continui e persistenti.
In presenza di questi segnali, la diagnosi può essere confermata con diversi strumenti, come un semplice elettrocardiogramma (ECG) eseguibile in ambulatorio.
La FA diventa più complessa e pericolosa quanto più a lungo persiste il battito irregolare; tuttavia, se identificata tempestivamente, un intervento di controllo del ritmo può ridurne le recidive e prevenire l’aggravarsi della patologia.[2]
Le opzioni terapeutiche variano in base ai sintomi e alle caratteristiche del paziente. Spesso si ricorre all’ablazione transcatetere, una procedura minimamente invasiva eseguita da un elettrofisiologo, che ha l’obiettivo di eliminare l’aritmia bloccando i segnali elettrici anomali.
Durante l’ablazione, vengono praticate piccole incisioni nella regione inguinale, del braccio o del collo, attraverso le quali si inseriscono cateteri (tubicini) sottili che vengono manovrati fino al cuore sotto guida fluoroscopica. La punta del catetere viene posizionata vicino alle fonti dei segnali elettrici irregolari, come le vene polmonari, dove viene applicata energia termica – radiofrequenza (calore) o crioterapia (freddo intenso) – per creare piccole cicatrici che bloccano il passaggio degli impulsi anomali. In questo modo, si ristabilisce il ritmo normale del cuore e si riducono i sintomi della FA.
I laboratori di elettrofisiologia sono fondamentali per la diagnosi e il trattamento delle aritmie e richiedono sistemi avanzati per registrare e analizzare con precisione i segnali intracardiaci.
Grazie a un robusto ecosistema che comprende tecnologie di interfaccia e mappatura, il sistema di registrazione EP Prucka™ 3 con CardioLab™ di GE HealthCare, offre accuratezza, efficienza e analisi avanzate per una gestione ottimale delle aritmie cardiache.
Convivere con la FA può essere impegnativo, ma l’evoluzione continua delle terapie offre ai pazienti la possibilità di prendere decisioni informate insieme ai propri medici, individuando il piano di trattamento più adatto.
GE HealthCare è impegnata a fornire strumenti innovativi per supportare clinici e pazienti nella cura della fibrillazione atriale.
[1] Vinter N, Huang Q, Fenger-Grøn M, Frost L, Benjamin EJ, Trinquart L. Trends in excess mortality associated with atrial fibrillation over 45 years (Framingham Heart Study): community based cohort study. BMJ. 2020 Aug 11;370:m2724. doi: 10.1136/bmj.m2724. PMID: 32784208; PMCID: PMC7418071.
[2] Camm A, Naccarelli G, Mittal S, et al. The Increasing Role of Rhythm Control in Patients With Atrial Fibrillation. J Am Coll Cardiol. 2022 May, 79 (19) 1932–1948. https://doi.org/10.1016/j.jacc.2022.03.337.