Soluzioni cancro al seno GE HealthCare, screening ABUS

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Fino al 40% delle donne potrebbe trarre beneficio da screening senologici con ultrasuoni supportati dall’intelligenza artificiale

Donna Dunn non aveva mai saltato l’appuntamento con la sua mammografia annuale, soprattutto da quando la morte del marito 10 anni prima a causa un attacco di cuore l'aveva lasciata sola a occuparsi della figlia adulta. Donna è sempre stata una donna attiva e molto del suo tempo lo dedica alle nipoti di 9 e 11 anni, accompagnandole spesso agli allenamenti di ginnastica e di basket.

Quando lo scorso autunno, a 53 anni, ricevette per posta il solito richiamo per la mammografia , notò una nota sul fondo della lettera scritta in caratteri minuscoli che la informava che era risultata idonea per un nuovo test chiamato ecografia ABUS.

Invenia ABUS 2.0, tecnologia prodotta da GE HealthCare, è il primo screening supplementare a ultrasuoni approvato dalla FDA per rilevare il cancro nel tessuto mammario denso. Circa il 40% delle donne ha seni densi, significa che i loro seni hanno meno tessuto adiposo e più tessuto ghiandolare e tessuto connettivo fibroso, il che può rendere difficile per le mammografie individuare i tumori. È uno dei fattori di rischio più alti per lo sviluppo del cancro al seno.

La Food and Drug Administration ha riconosciuto l'importanza dei seni densi come fattore di rischio di cancro aggiornando i suoi regolamenti sulla mammografia. Le strutture mammografiche saranno ora tenute a informare le pazienti sulla densità del loro seno.

ABUS utilizza software con intelligenza artificiale per aiutare i medici a trovare tumori che potrebbero non essere rilevati con la mammografia tradizionale. Fa parte di un portafoglio completo di soluzioni per la cura del seno.

Donna prese la decisione di sottoporsi al nuovo esame. Si sentiva abbastanza tranquilla, solo un pò affaticata e ansiosa di conoscere il risultato e mettersi tutto alle spalle.

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L’appuntamento per la mammografia annuale di routine era programmato in un centro vicino a casa sua, nell'East End in Arkansas. In seguito alla cancellazione di un’altra paziente, riuscì a fare un'ecografia ABUS nella stessa giornata. Due giorni dopo ricevette i risultati: una massa di un centimetro nel seno sinistro.

Una settimana dopo tornò in clinica per un'altra ecografia e una biopsia e il giorno dopo si vide comunicare la diagnosi: carcinoma duttale invasivo, stadio 1A. Seguirono la visita con il chirurgo, una risonanza magnetica e un'altra ecografia in preparazione per l'intervento. 

Il cancro di Donna era del tipo estrogeno-dipendente. Aveva assunto l'ormone ogni giorno per combattere le fastidiose vampate di calore che la perseguitavano da quando, nel 2016, aveva subito un intervento di isterectomia.

Meno di due mesi dopo essere stata individuata, la massa venne rimossa.

"Tutti i dottori con cui ho parlato mi hanno detto che se non avessi fatto il test ABUS sarebbe stata una storia con un finale diverso", racconta oggi Donna. Il cancro probabilmente si sarebbe diffuso.

Invece, rimuovendo due linfonodi da sotto il braccio sinistro di Donna, i suoi medici hanno potuto concludere che il cancro era contenuto. Se utilizzato in aggiunta alla mammografia, Invenia ABUS 2.0 può migliorare il rilevamento del cancro al seno del 35,7% rispetto alla sola mammografia. Oggi le donne il cui cancro al seno viene rilevato in una fase iniziale hanno un tasso di sopravvivenza del 90% o superiore.

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Donna ci mise una settimana per riprendersi dall'operazione. La parte più difficile, racconta, fu il gonfiore sotto il braccio quando l'incisione si infettò. Era ansiosa di tornare alla sua occupazione di direttrice della sicurezza presso un'azienda di autotrasporti locale.

A gennaio Donna ha iniziato una serie di cinque trattamenti con radiazioni ad alto dosaggio. Il giorno dopo il suo ultimo trattamento, nonostante la spossatezza, si è seduta sugli spalti al torneo di basket di sua nipote e ha celebrato la vittoria della squadra per il secondo anno consecutivo.

"Sto con le mie nipoti ogni volta che ne ho la possibilità e sono grata di poter essere qui", dice. "Sono tra quelle fortunate."

Dal suo intervento, Donna ha smesso di prendere estrogeni e sta assumendo un farmaco che impedisce al suo corpo di produrre l'ormone. Ha di nuovo vampate di calore, ma l'esercizio fisico, un'alimentazione sana e un riposo adeguato aiutano.

Adesso tende a stancarsi facilmente, ma i suoi medici le dicono che è comune dopo l'intervento chirurgico. Forse la migliore notizia che Donna ha ricevuto dal suo team di assistenza è che c'è una probabilità del 97% che il cancro non si ripresenti. Attribuisce questo esito positivo allo screening ABUS.

Forte della sua esperienza, Donna ha cercato di sensibilizzare sul tema dei seni densi. È un problema che riguarda molte più donne di quanto si creda e tutte dovrebbero avere la possibilità di accedere a uno screening adeguato. Tutte dovrebbero fare un’ecografia ABUS. "È un test che può salvarti la vita."